Mettersi in gioco – La rivoluzione gentile

Mettersi in gioco – La rivoluzione gentile

di  Sara Bordoni

Le parole che usiamo disegnano la realtà – letteralmente – e rivelano i programmi mentali con cui
funzioniamo. Potreste rimanere stupiti dal fatto che il nostro “mettersi in gioco” possa essere tradotto in
inglese con “get involved” che significa partecipare, diventare coinvolto (sì, c’è proprio il senso di un
cambiamento interiore), impegnarsi attivamente in qualcosa; sapendolo, tuttavia, non vi sorprenderà che
proprio chi fa della partecipazione e dell’impegno sociale il proprio mantra si “metta in gioco”
costantemente, portando cambiamento positivo e attraendo le persone con naturalezza.

pedibus auser barlassinaParliamo deivolontari di Auser Barlassina, più di sessanta persone che con il sorriso e la dote del saper affiancare le
persone con delicata leggerezza ottengono risultati straordinari, tanto con gli utenti anziani e fragili che
accompagnano ogni giorno a visite mediche e terapie, quanto con i 240 bambini delle elementari che vanno
a scuola con il pedibus Auser.

Michele Lamborghini e Anna Pagani, che sono presidente e vicepresidente di Auser Barlassina, sono due leader positivi che si sono ritrovati nello stesso luogo con la stessa visione e
hanno costruito, mattoncino dopo mattoncino, una realtà di eccellenza divertendosi e facendo divertire: il
clima che si respira è talmente sano e rigenerante che hanno dovuto tenere aperta la sede – nel cuore della
città – anche il sabato e la domenica mattina, perché per la cittadinanza è un vero “luogo della comunità”.

Il gioco è stato protagonista anche il 12 novembre al Teatro Belloni, scelto da Auser Barlassina per il proprio
decennale che non è stata una celebrazione istituzionale, bensì una festa coinvolgente e interattiva:
presidenti e dirigenti locali e di altre associazioni amiche si sono trovati a “mettersi in gioco”, ad essere
coinvolti in balli improvvisati e in canti con i bambini del Piccolo Coro TAB. Come è stato possibile vincere
timidezze e timore del ridicolo, in persone adulte abituate a ben altro?

“È stato facilissimo – spiega Anna – usando all’inizio qualcosa che conoscevano, cioè la logica del sistema premiante: all’ingresso ho consegnato ad alcune persone un gadget con uno smile dicendo loro che era il segno del loro essere stati selezionati per ricevere una sorpresa. La sorpresa era un ballo di gruppo sul palco, con una hit di Bruno Mars! I sette che si sono invece trovati a interpretare gli animali “Nella vecchia fattoria”, con il coro dei bambini,
sapevano di poter vincere un golosissimo cesto e, per la cronaca, all’applausometro ha vinto il bue. Tirarsi
indietro? A nessuno è venuto in mente! Eravamo tra amici e giocare fa bene a tutte le età”.

 

Guardate i video: avreste voluto essere lì anche voi, vero? Proprio in questi giorni Auser Barlassina sta introducendo
consapevolmente e con disciplina la tecnologia del gioco – tutto è nato da un’esercitazione promossa da
Lucia Berdini al corso di certificazione per CHO – in alcune procedure quotidiane, in nome del Noi, della
chimica positiva, del nutrimento dell’Essere anche nel momento del Fare:

“I volontari – racconta Michele – sono invitati a fare una restituzione in gruppo, dunque totalmente protetta, dell’andamento della loro
giornata e dei servizi svolti come se giocassero con le figurine al “Ce l’ho, mi manca”: è un modo per
sdrammatizzare anche momenti complessi o particolarmente toccanti e andare avanti con serenità,
diminuendo i rischi di burnout e di abbandono dei servizi di accompagnamento delle persone fragili.
Sempre con i volontari che si occupano dei servizi più delicati stiamo avviando una loro partecipazione, a
rotazione, al pedibus: camminare, ridere, cantare, raccontare storie e barzellette con i bambini di prima
mattina ricarica le pile, rimette in bolla e dà tante nuove energie da investire nel fare del bene”.

 

Sono in fase di studio un workshop quadrimestrale ludico-artistico e la possibilità di introdurre un Ambasciatore Del
Gioco al centro anziani. Ovviamente Michele ed Anna hanno stampato il Manifesto del Gioco e, per arrivare
a definire come associazione il decimo punto, stanno raccogliendo le idee dei bambini del Pedibus.
Rivoluzionari si cresce, col sorriso!

Sara Bordoni – CHO
Responsabile Ufficio Comunicazione Auser Lombardia